Si parte con una bella iniziativa d’estate (o almeno così dice il calendario, guardando fuori dalla finestra onestamente viene qualche dubbio).
Come resistere?! Un corso di cucina, in una location davvero spettacolare a due passi da Firenze ma immersa nel verde delle colline toscane. (Son parole stra-abusate sul web queste, che a dir la verità non posso nemmen più vedere ma è vero, e pure i loghi con i cipressi mi disturbano, ma andiamo oltre…)
Per chi vuole organizzare un evento come si deve, il primo passo è la comunicazione dell’evento ai target prescelti. Qual è il target in questo caso specifico non ci interessa, tanto meno l’obbiettivo dell’invito, invece ci interessa moltissimo la divulgazione della notizia.
#villaolmislurp
Proprio nei primissimi momenti di comunicazione dell’evento, fu creato questo hashtag, subito messo a disposizione degli influencers più social della rete target. Ed inizia il tam tam social ….
I post e le persone potenzialmente raggiunte …
I post nel tempo…
I post più di successo (e così capisci bene chi sono gli influencers importanti) …
I luoghi fisici dove appaiono i post …
La percentuale di condivisione riferita al tipo di post contenente l’hashtag (post originale, ri-post, risposta)…
Gli account “influenti” che hanno usato l’hashtag …
Gli account che hanno usato l’hashtag di recente
Geoposizionamente degli utenti che postano usando quell’hashtag …
Altri hashtags associati con #villaolmislurp …
I devices (smartphone, tablet ecc) usati dagli utenti postando con hashtag #villaolmislurp
E come se fosse necessaria una conferma che il mondo (non solo social) è gestito da donne ……..
(analisi dati grazie a Keyhole)
Insomma, uno tsunami di informazioni. Anche troppe. Ma se sai bene il tuo obiettivo è facile individuare le info da misurare e monitorare.
Organizzare la tua campagna comunicativa con largo anticipo (controllando bene che l’hashtag che intendi usare non sia già in circolazione nel mondo – fidati, trovare un hashtag unico/corto/memorizzabile non è sempre facile), identificare bene gli influencers della tua rete tenendo ben presente l’obiettivo della comunicazione, fornire loro gli strumenti adatti e performanti per poter comunicare in modo efficace, potrebbe sembrare un sacco lavoro. Ed in effetti lo è. Ma ti permette di monitorare la divulgazione della comunicazione, la reazione di altri utenti, l’eventuale nascita di altri hashtag associati al tuo evento, il feedback positivo e negativo ed altro ancora. Via, non si può dire che non è tempo investito bene.
E quell’uovo davvero favoloso (ora io investo del tempo per capire come si fa a farlo – altro tempo investito bene) creato con il metodo di Cristina Scateni ha fatto un piccolo giro del mondo, tutto documentato.
Se scopro come farlo con meno fatica possibile e a prova di negati in cucina (e per forza rimango fedele al mio DNA britannico da foodie who can’t cook) troverò il lato social pure dell’uovo slow-cooked per potervelo raccontare qui su SMPA.