Per chi
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pensa che per comunicare sui social sia sufficiente postare dei “link” e delle foto
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si chiede cosa può fare di diverso per migliorare la propria presenza sui social
Mettersi nei panni degli altri
Empatia non è altro che questo: la capacità di saper ascoltare, senza giudicare, ciò che le persone ci comunicano. Sono caratteristiche basilari che servono nella vita di tutti i giorni e che sul web fanno la differenza.
Per imparare ad ascoltare non basta essere ricettivi ai commenti che si ricevono sugli account, ma bisogna diventare un po’ psicologi: comprendere gli stati d’animo che il nostro prodotto suscita o che vorremmo suscitare, a quale livello di sensibilità fare riferimento per essere proattivi e riuscire ad anticipare i bisogni dei clienti e i movimenti del mercato.
Certo, in teoria sembra facile, ma nella pratica non è sempre così immediato. Il web listening ci tende una mano con una serie di validi strumenti, ma la difficoltà maggiore è quella di sapere leggere i dati che questi strumenti ci forniscono e trovare le giuste strategie comunicative.
Poco tempo fa mi sono imbattuta in questo video
Saper “dire” la cosa giusta al momento giusto è quel che fa la differenza tra una comunicazione efficace ed un post buttato a caso e di fretta sui social.
I fattori di cui tenere conto quando impostiamo il nostro stile comunicativo
#1 Genere
#2 Età
#3 Nazionalità (ogni cultura ha un approccio diverso sia alle tematiche proposte che allo stile comunicativo. Uno stile easy che è molto apprezzato in USA da noi potrebbe essere interpretato come rude)
#4 Grado di alfabetizzazione web e cultura (non usare linguaggi troppo forbiti, formali o tecnicismi – è una regola sempre valida, ma è necessario valutare caso per caso)
Un altro consiglio è quello di porre sempre delle domande che ti aiutino a capire qualcosa di più del tuo mercato: quali sono le problematiche che si trovano ad affrontare, quali sono i bisogni (manifesti o latenti) che il tuo prodotto può soddisfare e così via.
Non dimenticare la tesi numero 1 del Manifesto di Cluetrain: i mercati sono conversazioni. Tu cosa aspetti a partecipare?